giovedì 5 luglio 2012

Piramide di Cheope: esplorata da un robot

Piramide di Cheope: esplorata da un robot



Si chiama Djedi il robot che di professione fa l’archeologo. Qualche settimana fa è diventato celebre come Howard Carter, lo studioso britannico che nel 1922 entrò per primo nella tomba di Tutankhamon.

Djedi è in grado, per le sue dimensioni, di entrare nelle viscere più remote della Piramide di Cheope, in Egitto, e di mostrare, per la prima volta, cosa si nasconde nelle camere segrete.
L’imponente monumento, costruito come tomba delfaraone attorno al 2570 a.C., contiene ancora molte zone inviolate. Il robot è in grado di avventurarsi in gallerie quadrate larghe circa 20 centimetri. Djedi è riuscito ad entrare in una galleria che parte dalla Camera della Regina e si diramano verso nord e verso sud per fermarsi improvvisamente davanti a quelli che sembrano due portoncini di pietra decorati da borchie metalliche. E proprio la presenza di questi elementi inusuali — è la prima volta che si scopre del ferro all'interno di una piramide — ha scatenato le ipotesi più fantasiose: che siano le maniglie di una porta che conduce a una camera nascosta? Oppure, come ritengono alcuni, ciò che resta di un sistema elettronico lasciato sul nostro pianeta dagli alieni?
Il mistero è stato risolto, almeno in parte, da Djedi, il robot esploratore progettato e costruito da Rob Richardson, un ingegnere dell'Università di Leeds (UK). Djedi è, infatti, riuscito a penetrare in uno dei piccoli condotti e ad inserire la sua telecamera flessibile all'interno di un foro praticato nella porta di pietra nel 2002 da un suo predecessore.
Le prime immagini inviate dal robot hanno mostrato un minuscolo locale sulle cui pareti sono presenti numerosi geroglifici realizzati con pittura rossa. Secondo gli archeologi potrebbero essere dei numeri, delle specie di appunti presi dai muratori che hanno realizzato la struttura. Una volta decifrati, potrebbero rappresentare la chiave per risolvere il mistero.
Djedi ha permesso per la prima volta di vedere il retro della porta borchiata confermando, a discapito delle teorie più creative, che gli elementi metallici hanno solo una funzione ornamentale.
Su cosa ci sia più oltre, gli scienziati sono divisi: secondo alcuni questi due tunnel hanno una funzione esclusivamente ornamentale mentre secondo altri, tra cui Zahi Hawass, Ministro Egiziano per le antichità e responsabile del progetto Djedi, potrebbe esserci un ulteriore locale segreto. Quella che fino ad oggi è sempre stata considerata la camera sepolcrale potrebbe, infatti, essere solo un locale fittizio: l'obiettivo di chi progettava e realizzava le piramidi era quello di nascondere la salma del defunto re nel modo migliore possibile. I due condotti potrebbero quindi avere la funzione simbolica di passaggi per l'anima del faraone.
Il futuro della missione al momento è però piuttosto incerto: la forzata uscita di scena del Presidente Egiziano Mubarak ha reso precarie le posizioni di tutto il suo establishment, compreso Zahi Hawass.