Stress, depressione, basso stato socioeconomico: sono i nuovi nemici del cuore, scatenati o accentuati dalla crisi economica attuale e inseriti nell'Atlante delle Malattie Cardiache dall'Organizzazione Mondiale della Sanità. I fattori di rischio cardiovascolare emergenti hanno come vittime le persone più colpite dalla crisi (dal manager, all'impiegato, dall'operaio fino al pensionato) e si aggiungono agli altri, più noti da tempo, come l'ipertensione, il fumo, l'aumento del colesterolo LDL, il diabete, l'obesità e la sedentarietà.
Le malattie cardiovascolari, soprattutto l'infarto miocardico e l'ictus cerebrale, sono la prima causa di morte nei paesi occidentali e provocano oltre il 40 per cento di tutti i decessi (223.162 nel 2007 in Italia). `Negli uomini la mortalità è trascurabile fino all'età di 40 anni, emerge fra i 40 e i 50 anni e cresce in modo esponenziale con l'età, mentre nelle donne il fenomeno si manifesta a partire dai 50-60 anni, per poi crescere rapidamente - spiega Paolo Marino, Direttore del Dipartimento Cardiologico dell'Azienda integrata universitaria ospedaliera `Maggiore della carità` dell'Università del Piemonte Orientale a Novara, in occasione del 71� Congresso Nazionale della Società Italiana di Cardiologia, di cui è presidente.
"Negli ultimi 40 anni la mortalità si è però ridotta, grazie a trattamenti specifici sul cuore (come la rivascolarizzazione o le terapie per lo scompenso cardiaco) e al miglior controllo della pressione arteriosa e della colesterolemia totale. Di fronte ai nuovi fattori di rischio, legati alla crisi economica, siamo però ancora impreparati, anche se qualcosa si è fatto. Le leggi antinquinamento hanno dimostrato in parte di essere efficaci (vedi legge antifumo nei locali pubblici), così come metodiche di prevenzione, anche contro lo stress. Insomma, fare più attenzione a noi stessi in senso salutistico non è impossibile, né inefficace dal punto di vista del beneficio in salute".
Preoccupa soprattutto il cuore femminile, in particolare dopo la menopausa. Con la mancanza di ormoni femminili, notoriamente protettivi, aumentano i fattori di rischio e i nuovi casi d'infarto e ictus cerebrale salgono progressivamente, fino a raggiungere e, intorno ai 75 anni superare, quelli dell'uomo. "Ma a rendere simile il rischio coronarico è anche lo stile di vita sempre più 'maschile' - aggiunge Marino -. "La donna è sempre più impegnata nella carriera, fuma più dell'uomo, ma raramente smette, prende contemporaneamente la pillola anticoncezionale".
E non è tutto. Un dato allarmante è che le donne colpite da infarto acuto hanno una maggiore mortalità, perché si sottopongono a un minor numero di indagini diagnostiche come la coronarografia e sono trattate meno con farmaci fondamentali per prevenire le recidive, come l'aspirina, i betabloccanti e le statine. "La prevenzione - sottolinea il cardiologo - deve iniziare in giovane età e a questa vanno aggiunti controlli regolari dal proprio medico dopo la menopausa".
Da queste considerazioni è nato un documento, presentato in occasione della 'Giornata Mondiale del cuore`, redatto dal Servizio di prevenzione e protezione del Cnr e dalla Società italiana per la prevenzione cardiovascolare (Siprec): un vademecum che, oltre a ribadire l'importanza di un corretto stile di vita e di unaterapia farmacologica mirata in caso di presenza di fattori di rischio cardiovascolare, fornisce indicazioni su altre malattie specifiche da menopausa.
Oggi però anche il cuore dei giovanissimi è a rischio. I risultati di uno studio presentato al Congresso romano, condotto su mille studenti dell'ultimo anno delle scuole superiori di Roma (e provincia) dal Dipartimento di Scienze Cardiovascolari e Respiratorie dell'Università `La Sapienza` della capitale, ha evidenziato anomalie elettrocardiografiche di rilievo nel 17% dei casi. Il motivo? Più fattori di rischio, dato che il 20% degli studenti hanno una familiarità cardiovascolare, il 14% fumano più di 10 sigarette al giorno, il 12% abusano di l'alcool e il 9 per cento fa uso di droghe leggere. E' quindi importante, secondo gli esperti, intercettare tempestivamente eventuali patologie, anche se non danno sintomi, per prevenire problemi futuri. La Fondazione Italiana di Cardiologia con la Società Italiana di Cardiologia estenderà questo screening a tutto il territorio nazionale, promuovendo campagne di informazione e raccolta fondi.
Ma in che modo prevenire le malattie del cuore? I consigli del World Heart Day 2010, validi anche per altre patologie metaboliche, possono sembrare scontati, ma vanno ribaditi: corretta alimentazione, mantenere il cuore attivo e sano facendo almeno 30 minuti di attività fisica, non fumare ed evitare il fumo passivo, consumare alcol con moderazione, mantenere un peso equilibrato, conoscere e controllare i propri numeri (pressione, colesterolo, glicemia, misura del rapporto vita‐fianchi e indice di massa corporea (BMI)). E ancora, prendersi sempre una pausa anti-stress, pranzando lontano dal luogo di lavoro e concedersi interruzioni regolari durante il giorno per fare esercizi di stretching ed esercitarsi per 5 minuti due volte al giorno.