La carenza di sonno, dunque, sarebbe una delle cause di un malfunzionamento di aree decisionali superiori, ovvero i lobi frontali del cervello perdono la capacità di scegliere i cibi giusti. A questo si aggiunge un'altra ricerca, presentata nello stesso luogo e condotta con le medesime modalità. Marie-Pierre St-Onge della Columbia University di New York mostra, infatti, che a tutto ciò si somma un aumento dell'attività delle aree del cervello legate al desiderio e al piacere. Dimostrando che quanto più si è assonnati, tanto più si desiderano "cibi spazzatura".
In parte il nostro comportamento si spiega con ragioni ormonali, ovvero meno sonno corrisponde alla riduzione di un ormone "spezza-fame", cioè la peptina. Durante gli esperimenti si è messo a confronto l'atteggiamento dei volontari difronte a cibi poco sani, osservando che tanto più le persone sono assonnate, tanto più prediligono cibi grassi, mentre quelle che avevano dormito a sufficienza, si orientavano su pasti sani. In pratica, spiegano gli esperti, è come se la mancanza di sonno ci facesse propendere verso il cibo che fa più male, riducendo la nostra capacità di giudizio e aumentando il desiderio di questo tipo di alimentazione.