Uno studio mette in evidenza che quando il piatto su cui è posato il cibo è dello stesso colore di quest’ultimo tendiamo a mangiarne anche il 20 percento in più, con buona pace della dieta che magari volevamo seguire. Allo stesso modo però possiamo sfruttare il contrasto tra i colori, all’inverso, per dimagrire
Ricordate? Uno studio di qualche tempo fa suggeriva che mangiare il cibo servito su un piatto di colore rosso induceva a mangiare meno. Oggi, un altro studio, suggerisce invece che quando l’alimento si fonde con il piatto sottostante – ossia hanno più o meno lo stesso colore – si tende a mangiare di più, abbondando con le porzioni fino al 20 percento in più.
I ricercatori della Cornell University, nello Stato di New York, lo hanno appurato dopo aver coinvolto diversi gruppi formati da 60 persone ciascuno che sono stati sottoposti a una serie di test. Ciò che è apparso tuttavia chiaro è che non era né il colore degli alimenti in sé né il colore dei piatti a influire sulla quantità di cibo assunta, ma l’abbinamento tra i due – andando un po’ in contrapposizione al precedente studio succitato. Era pertanto il contrasto più o meno marcato tra cibo e piatto a determinare se si mangiava di più o di meno.
Nella prima fase di test, i ricercatori hanno servito un piatto a base di pasta al sugo di pomodoro o pasta con panna. I cibi erano poi stati serviti su un piatto di colore rosso o bianco, prima in un caso poi nell’altro: ossia prima la pasta “rossa” nel piatto rosso, poi sempre la pasta rossa nel piatto bianco. Stessa cosa con la pasta “bianca”.
I primi risultati hanno mostrato che quando il piatto era dello stesso colore del cibo le porzioni che i partecipanti si servivano, prendendole dal buffet, erano dal 17 al 22 percento più abbondanti, che non quando cibo e piatto contrastavano per colore.
Una prima ipotesi formulata è che le persone in genere riempiono il proprio piatto istintivamente senza considerare la grandezza della porzione o del piatto – specie quando il piatto è molto grande. Nello studio, invece, questa proporzione si considerava quando piatto e cibo contrastavano. Questo, secondo i ricercatori, accadeva perché il contrasto faceva un po’ da avviso indicendo le persone a valutare la differenza tra porzione e piatto.
«Le persone generalmente si servono molto di più su quando hanno un piatto grande di quanto non farebbero con uno più piccolo, perché l’occhio viene ingannato – spiega nel comunicato CU il professor Brian Wansink del Cornell University’s Food and Brand Lab – Sembra invece che il contrasto dei colori sia un modo per bloccare questa illusione».
Questo contrasto, aggiunge il ricercatore, potrebbe essere un valido espediente per tutti coloro che seguono una dieta per perdere peso perché può aiutarli a mangiar meno.
Allo stesso modo, la somiglianza dei colori potrebbe essere un escamotage per invogliare i bambini a mangiare più verdura. In questo caso si tratterebbe di servire un cibo verde in un piatto verde.
«Il segreto della perdita di peso è in un paio di piccole modifiche. Una piccola differenza di questo genere, tutti i giorni, potrebbe favorire la perdita di un bel po’ di chili in un anno», conclude Wansink.
I ricercatori della Cornell University, nello Stato di New York, lo hanno appurato dopo aver coinvolto diversi gruppi formati da 60 persone ciascuno che sono stati sottoposti a una serie di test. Ciò che è apparso tuttavia chiaro è che non era né il colore degli alimenti in sé né il colore dei piatti a influire sulla quantità di cibo assunta, ma l’abbinamento tra i due – andando un po’ in contrapposizione al precedente studio succitato. Era pertanto il contrasto più o meno marcato tra cibo e piatto a determinare se si mangiava di più o di meno.
Nella prima fase di test, i ricercatori hanno servito un piatto a base di pasta al sugo di pomodoro o pasta con panna. I cibi erano poi stati serviti su un piatto di colore rosso o bianco, prima in un caso poi nell’altro: ossia prima la pasta “rossa” nel piatto rosso, poi sempre la pasta rossa nel piatto bianco. Stessa cosa con la pasta “bianca”.
I primi risultati hanno mostrato che quando il piatto era dello stesso colore del cibo le porzioni che i partecipanti si servivano, prendendole dal buffet, erano dal 17 al 22 percento più abbondanti, che non quando cibo e piatto contrastavano per colore.
Una prima ipotesi formulata è che le persone in genere riempiono il proprio piatto istintivamente senza considerare la grandezza della porzione o del piatto – specie quando il piatto è molto grande. Nello studio, invece, questa proporzione si considerava quando piatto e cibo contrastavano. Questo, secondo i ricercatori, accadeva perché il contrasto faceva un po’ da avviso indicendo le persone a valutare la differenza tra porzione e piatto.
«Le persone generalmente si servono molto di più su quando hanno un piatto grande di quanto non farebbero con uno più piccolo, perché l’occhio viene ingannato – spiega nel comunicato CU il professor Brian Wansink del Cornell University’s Food and Brand Lab – Sembra invece che il contrasto dei colori sia un modo per bloccare questa illusione».
Questo contrasto, aggiunge il ricercatore, potrebbe essere un valido espediente per tutti coloro che seguono una dieta per perdere peso perché può aiutarli a mangiar meno.
Allo stesso modo, la somiglianza dei colori potrebbe essere un escamotage per invogliare i bambini a mangiare più verdura. In questo caso si tratterebbe di servire un cibo verde in un piatto verde.
«Il segreto della perdita di peso è in un paio di piccole modifiche. Una piccola differenza di questo genere, tutti i giorni, potrebbe favorire la perdita di un bel po’ di chili in un anno», conclude Wansink.