Sexting, ormai è una moda
Si chiama sexting ed è l’atto di postare su web o inviare via cellulare immagini provocanti di sé, nude o in pose sexy, con riferimenti espliciti al sesso. L’8% di adolescenti che va su Internet invia foto di questo tipo, il 22% ammette che si tratta di una pratica diffusa fra gli amici. Sono dati di Save the Children. L’associazione fa riferimento a un recente fatto di cronaca relativo alla chiusura di un sito web con immagini di adolescenti in pose hot. “Il sito con foto di ragazze adolescenti ritratte nude, individuato e chiuso oggi dalla Polizia postale e delle comunicazioni di Catania, porta alla luce un fenomeno che è diffuso e ben presente a Save the Children, che sul sexting ha realizzato la ricerca ‘Sessualità e Internet: i comportamenti dei teenager italiani’, documentando con dati chiari ed espliciti, quel segmento di vita di adolescenti e pre-adolescenti che è la sfera sessuale”, ha detto Raffaela Milano, Responsabile Programmi Italia e Europa Save the Children.
Secondo la ricerca, il 4% di ragazzini e ragazzine italiani fra i 12 e i 14 anni dichiara esplicitamente di inviare spesso fotografie di sé nudi o in pose sexy. Percentuale che sale all’8% fra i 15-17. Il dato, probabilmente, è sottostimato: quando ai giovani si chiede un parere su quanto tali comportamenti siano diffusi fra i giovani, il 22% afferma che si tratta di una pratica diffusa – percentuale che scende al 17% per i giovanissimi fra i 12 e i 14 anni, ma sale al 25% fra i 15-17enni e al 26% per gli over 17 anni.
Se poi si chiede a che età si è inviato il primo messaggio un po’ osé, con sottintesi e riferimenti sessuali, le conferme fioccano: ben il 47% dice di averlo fatto tra i 10 e 14 anni, gli altri dai 15 in su. Interrogati sui propri comportamenti, infine, il 45% dei ragazzi intervistati dichiara di ricevere messaggi con riferimento al sesso, il 37% dà il suo numero di cellulare online, il 24% riceve immagini o video di persone conosciute solo online seminude o nude, il 19% ammette di avere rapporti intimi con qualcuno conosciuto in rete. E i dati personali vengono facilmente divulgati in rete.
Commenta Raffaela Milano: “Quello che colpisce è che questi giovani si dichiarano consapevoli dei rischi e dei pericoli nei quali rischiano di incappare. Le molestie via cellulare o e-mail vengono segnalate come un problema all’ordine del giorno da circa un terzo degli intervistati (29%), così come l’alta probabilità – dichiarata dal 37% – di imbattersi in maniaci o squilibrati in caso di scambio di immagini a contenuto sessuale. Tuttavia anche se sono razionalmente consapevoli che prevalgono i rischi (76%) sui vantaggi (7%) questo non sembra essere un deterrente”.
WIKIPEDIA
Il sexting è considerato una vera e propria moda fra i giovani e consiste principalmente nello scambio di foto e video a sfondo sessuale, spesso realizzate con il cellulare, e/o nella pubblicazione tramite via telematica, come chat, social network e internet in generale oppure semplici MMS[2][3]. Spesso tali immagini, anche se inviate ad una stretta cerchia di persone, si diffondono in modo incontrollabile e possono creare seri problemi alla persona ritratta nelle foto/video.
Negli USA, paese in cui il fenomeno ha avuto origine, il sexting è una pratica molto diffusa; secondo un sondaggio, infatti, il 20% dei ragazzi tra i 16 e i 19 anni lo mette in atto.
Secondo una ricerca inglese, nel paese più di un terzo dei ragazzi tra gli 11 e i 18 anni hanno avuto a che fare con il fenomeno.
Anche in Italia inizia a diffondersi il fenomeno del sexting: dall'Indagine Nazionale sulla Condizione dell'Infanzia e dell'Adolescenza[4] condotta da Telefono Azzurro ed Eurispes (2011) su un campione di 1.496 ragazzi di età compresa tra i 12 e i 18 anni, emerge che un ragazzo su dieci (10,2%) ha ricevuto messaggi o video a sfondo sessuale con il cellulare, mentre il 6,7% ne ha inviati ad amici, fidanzati, adulti, persone conosciute e non. Dall’Indagine emerge inoltre che il fenomeno del sexting interessa sia maschi che femmine, seppur con qualche differenza: sono prevalentemente i maschi sia a inviare sms o mms a sfondo sessuale (contro il 3,6% delle femmine), sia a riceverli (15,5% contro il 7,1% delle femmine). Al crescere dell’età aumenta, prevedibilmente, l’interesse dei giovani per il sesso e questo si riflette anche nella pratica del sexting: l’8,1% del ragazzi di 16- 18 anni ha inviato un sms o mms a sfondo sessuale, contro il 5,6% dei ragazzi di 12-15 anni. Analoghe considerazioni valgono per la ricezione di sms o mms a sfondo sessuale: il 7,3% dei ragazzi di 12-15 ne ha ricevuto almeno uno, contro il 14,9% dei ragazzi di 16-18 anni. In diversi casi, l’invio e la pubblicazione on line di tali materiali è legata ad atti di bullismo e mira a ferire il protagonista delle immagini stesse. I ragazzi, inoltre, non sembrano essere consapevoli di scambiare materiale pedopornografico, che può arrivare nelle mani sbagliate, anche in questo caso con gravi conseguenze emotive per i protagonisti delle immagini e dei video, favorendo fenomeni come l’adescamento on line.
Il sexting è, in alcuni casi, accompagnato dalla microprostituzione. Alle volte, infatti, le foto e i video osè servono come presentazione ai clienti che possono disporre, oltre alle immagini, anche prestazioni sessuali vere e proprie