Già 40 anni fa, quando non c'era Internet e computer che occupavano intere stanze erano meno potenti di un portatile odierno, qualcuno aveva previsto fenomeni come il picco del petrolio, la perdita di biodiversità e la necessità di uno sviluppo sostenibile che solo recentemente sono entrati a far parte dell'agenda politica.
I visionari erano alcuni ricercatori del Mit di Boston, che nel rapporto 'The Limits of Growth', commissionato dal Club di Roma, avevano profetizzato un possibile collasso dell'economia dovuto allo sfruttamento eccessivo delle risorse per gli anni intorno al 2030, previsione confermata in questi anni con mezzi tecnologicamente molto più avanzati.
Il libro ebbe un grande successo, con la vendita di 12 milioni di copie in più di 30 paesi, ma fu accolto dal mondo scientifico con uno scetticismo che durò per decenni: «Il rapporto rappresenta il primo tentativo di predire l'andamento negli anni di 5 variabili come la popolazione o la quantità di petrolio o di cibo disponibile tramite modelli matematici – spiega Gianfranco Bologna, segretario generale della Fondazione Aurelio Peccei che rappresenta il Club di Roma in Italia – la conclusione più interessante era uno scenario con un collasso di molti di questi indicatori negli anni tra il 2010 e il 2040. All'epoca il lavoro fu bersagliato dalle critiche, mentre oggi tutte le ricerche dicono che gli autori avevano ragione».
Gli autori principali, Donella e Dennis Meadows e Jorgen Randers, hanno pubblicato due revisioni del rapporto, nel 1993 e nel 2006, che hanno in pratica confermato le previsioni, così come il lavoro del fisico australiano Graham Turner, che nel 2010 ha pubblicato uno studio che dimostra come gli andamenti delle variabili esaminate nel 1972 siano stati perfettamente rispettati almeno fino al 2000.
Anche le previsioni dell'Ocse per il 2050 fotografano un mondo in cui le risorse vengono continuamente depredate, e affermano che c'è «un urgente bisogno di pensare in modo nuovo».
La conclusione del rapporto di 40 anni fa era che lo scenario si poteva evitare con un cambiamento di politiche che però non c'è stato, al punto che gli stessi autori dubitano che sia possibile tornare indietro: «Ormai è troppo tardi per uno sviluppo sostenibile – ha affermato Dennis Meadows pochi giorni fa, durante la cerimonia per l'anniversario organizzata dal Club di Roma e dallo Smithsonian Institute a Washington -, adesso è essenziale focalizzare gli sforzi sulla capacità di adattarsi del sistema».