''Troppi suicidi'', avvocato rinuncia a difendere Equitalia
Rinuncia a lavorare per Equitalia. E rinuncia a riscuotere il suo onorario per le cause già patrocinateE’ la decisione di un avvocato napoletano fino a ieri consulente dell’agenzia di riscossione dello Stato, che ha scritto una lettera aperta al Mattino.L’autore della missiva si chiama Gennaro De Falco, napoletano di 55 anni, ex componente del pool di avvocati che assistono la società pubblica deputata alla riscossione dei tributi, per il 51 per cento in mano all’Agenzia delle Entrate e per il 49 per cento in quelle dell’Inps.
"Corresponsabile dei suicidi"
“Conoscevo Diego Peduto, l’immobiliarista napoletano che si è suicidato dopo aver ricevuto una cartella di Equitalia”, scrive. “L’ho incontrato per la prima volta nel ’95 quando gli diedi incarico di vendere la mia casa. Aveva figli della stessa età dei miei e la sua agenzia era nel mio quartiere vicino al mio studio. Insomma, le nostre vite scorrevano quasi parallele”.“Questo suicidio di cui a torto o ragione mi sento corresponsabile mi ha convinto a non accettare più incarichi di difesa di Equitalia. Sto pensando di devolvere alla sua famiglia la quota dei miei onorari quando mi verranno corrisposti”.
"Meccanismo diabolico che uccide le famiglie"
Il j’accuse nei confronti dell’agenzia è duro e diretto: “In queste condizioni non mi sento di andare avanti, in Italia in questi anni si è messo in moto un meccanismo diabolico che sta distruggendo famiglie, persone ed imprese” scrive il legale.Poi conclude: “Non so se questa mia decisione servirà a qualcosa ma almeno alleggerirà la mia coscienza, forse aiuterà a restituire un minimo di dignità agli avvocati ed a far riflettere tutti sulla sostenibilità sociale ed etica della gestione di questa crisi”. Secondo federconsumatori sono 19 le persone, dall’inizio del 2012, che si sono tolte la vita a causa di problemi con il Fisco.