giovedì 7 giugno 2012

Sciame sismico.Per i sismologi potrebbe durare anni


Dopo i terribili terremoti del 20 e del 29 maggio, i sismologi hanno cominciato a tentare di dare spiegazioni al fenomeno. Ci si troverebbe di fronte alle rocce dell'Appennino che spingono contro la Pianura Padana provocando l'ondata di scosse sismiche. Il timore è che lo sciame sismico possa durare a lungo, potenzialmente anche anni. Da rivedere, e subito, le mappe di rischio sismico.

Per anni è stata raccontata la storia della Pianura Padana come zona a basso rischio sismico. I terremoti del 20 e del 29 maggio hanno però bruscamente smentito questa affermazione, mettendo in risalto la complessità del sottosuolo della Pianura Padana,una delle strutture geologiche più complesse d'Europa. Si tratta di un vero e proprio groviglio di faglie, uno dei fronti "caldi" dove la zolla dell'Africa preme contro quella dell'Europa. La zolla dell'Africa, sostanzialmente, spinge l'Europa verso nord-nordest spingendo quindi gli Appennini verso la Pianura Padana. L'istituto nazionale di geofisica e vulcanologia ha spiegato i recenti sismi come una sorta di vero e proprio effetto domino, con la rottura di un frammento che puòmettere in tensione quello subito accanto e così via.Gianluca Valsenise, dirigente di ricerva dell'Ingv, ha detto a Repubblica.it: "Quel che possiamo dire è che un fenomeno sismico su una faglia a volte innesca sulla faglia vicina un conto alla rovescia che può durare gorni, anni, magari millenni, Prima o poi però l'orologio arriva all'ora zero".
UNA NUOVA INSTABILITA'- E quando la lancetta arriva all'ora zero ecco tremare la terra come è successo per ben due volte negli ultimi dieci giorni. Ma il fatto allarmante non è tanto il singolo episodio sismico quando le due lunghe serie d scosse che hanno più volte superato la magnitudo 5. Secondo Carlo Doglioni, sismologo presso "La Sapienza" di Roma, sentito sempre daRepubblica.it, ci sarebbero varie ragioni per sostenere che la zona della Pianura padana interessata dai sismi "era e resti attiva". Del resto i sismologi si erano accorti che ci fosse qualcosa di anomalo già da qualche tempo, da quando cioè hanno osservato che tra Bologna e Padova si stava accumulando dell'energia nel sottosuolo. Ma l'estremità est non è la sola a far preoccupare i sismologi. Anche quella occidentale potrebbe riservare cattive sorprese in futuro. I sismologi hanno fatto l'esempio del grande terremoto di Ferrara del 1570, un evento probabilmente sottovalutato dato che la Pianura Padana è sempre stata etichettata come una zona al riparo da rischi sismici. Ma cinquecento anni per la Terra non sono nulla, quindi i geologi si attendevano che prima o poi la tensione accomulata nel sottosuolo potesse prima o dopo erompere. Ma il timore, appunto, è che ora gli epicentri dei terremoti possano spostarsi verso l'estremità Ovest, e del resto tra il 20 e il 29 maggio gli epicentri si sono proprio spostati più a ovest. Come se non bastasse secondo gli esperti nel 1570 il grande sisma che si abbattè su Ferrara avrebbe recato con sè uno sciame sismico che sarebbe durato diversi anni; di conseguenza ciò potrebbe accadere anche oggi, lasciando l'intera regione nell'angoscia.
AGGIORNARE IL RISCHIO- Non solo cattive notizie però. Secondo gli esperti la Pianura Padana non avrebbe le potenzialità per un terremoto di magnitudo più alte. Ma questo non vuol dire, appunto, che possano esserci altri terremoti di intensità medio-alta, in grado comunque di seminare morte e distruzione. Secondo vari sismologi infatti andrebbe rivista la classificazione della Pianura Padana come area a rischio medio-basso, anche se rispetto ad altre zone d'Italia il rischio di terremoti violenti sarebbe estremamente improbabile.Insomma, i geologi ora sanno che al sisma di Ferrara del 1570 fecero seguito altri due sismi molto rilevanti nel 1572 e nel 1574, segno che evidentemente l'energia sprigionata da una prima scossa tende a riattivare le faglie provocandone altri in successione. I sismologi che hanno quindi erroneamente classificato la Pianura Padana come una vasta zona a basso rischio sismico dovranno quindi cominciare una nuova stagione di studi, ancor più che con il passare dei secoli secondo i sismologi il rischio sarebbe notevolmente aumentato. Una cosa è certa, quando si ricostruirà bisognerà farlo con oculatezza, costruendo case e palazzi in grado di resistere alle scosse.