Lo scorso 31 maggio l'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha lanciato un allarme riguardo all'uso dei cellulari e, più in generale, dei dispositivi wireless, su cui si allunga il sospetto di favorire l’insorgere di tumori al cervello. Il comunicato diffuso dall’OMS ha determinato numerosissime reazioni, alcune delle quali anche polemiche, rinvigorendo una diatriba che dura ormai da vent’anni: i telefonini, utilizzati più o meno abitualmente da quasi 5 miliardi di esseri umani, sono dannosi per la nostra salute?
Lo studio a cui l’OMS si riferisce è stato condotto da un gruppo di 34 esperti facenti capo all’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) e verrà pubblicato tra alcune settimane. In realtà, le conclusioni a cui i ricercatori interpellati sono giunti non evidenziano in modo chiaro e incontrovertibile l’esistenza di una correlazione diretta tra l'utilizzo dei cellulari e ilcancro: si dice piuttosto che un uso regolare del cellulare, calcolato in una media di circa 30 minuti al giorno, potrebbe aumentare del 40% il rischio di insorgenza diglioma, una tipologia di tumore maligno al cervello.
La IARC ha pertanto classificato l’esposizione ai campi elettromagnetici a radiofrequenza, e quindi anche a quelli generati dai telefonini, nel Gruppo 2B, tra i“possibly carcinogenic”: in parole povere, l’utilizzo dei cellulari potrebbe comportare qualche rischio per la nostra salute e per questo bisogna osservare con attenzione l’evolvere delle ricerche scientifiche in materia. “Le evidenze sono state giudicate 'limitate' per quanto riguarda il glioma e il neurinoma acustico - ha spiegato il coordinatore del gruppo di lavoro della IARC Jonathan M. Samet (University of Southern California, USA) - mentre per altri tipi di tumore non ci sono dati sufficienti. […] La nostra classificazione implica che ci potrebbe essere qualche rischio e che tuttavia dobbiamo continuare a monitorare con attenzione il link tra i cellulari e il rischio potenziale."
Arriva poi oggi la notizia di una nuova ricerca che, addirittura, mette in luce gli effetti benefici per l'attività cognitiva derivanti dall'esposizione alle onde elettromagnetiche dei cellulari che stimolerebbero l'attività del cervello.
Tanto rumore per nulla, quindi? Nel dubbio, e in attesa che la scienza faccia il suo corso e fornisca le sue evidenze, meglio evitare di farsi prendere dal panico. Piuttosto, possiamo impegnarci a seguire qualche piccola regola di buon senso nella gestione quotidiana di cellulari e dispositivi wireless, in modo da contenere gli eventuali rischi collegati all’esposizione prolungata ai suddetti campi elettromagnetici.
Ecco ad esempio 7 buone abitudini che di certo non ci faranno male:
1. Tenere cellulari/dispositivi lontani dal corpo mentre sono accesi (quindi, evitiamo sempre, quando è possibile, di riporli in tasca!).
2. Limitare l’uso diretto del cellulare a meno di 30 minuti al giorno: se è possibile, per conversazioni importati preferite un bel tête-a-tête.
3. Utilizzare preferibilmente gli auricolari per chiamare/ricevere telefonate.
4. Tutte le volte in cui è possibile, preferire i messaggi di testo alle telefonate.
5. Fare in modo che i bambini e ragazzi di età inferiore ai 16 anni utilizzino il cellulare in modo limitato.
6. Assumere integratori antiossidanti, come ad esempio il ginkgo biloba (in ogni caso, è sempre una buona abitudine chiedere un parere preventivo al nostro medico curante, prima di intraprendere qualsiasi tipo di trattamento).
7. Alimentarsi in modo equilibrato: una dieta corretta, infatti, variata e ricca di frutta e verdure, aiuta a corroborare le nostre difese immunitarie.