C'è sempre meno bisogno di usare le app più famose, Skype e Whatsapp, per chat e chiamate VoIp con i propri amici. Crescono le alternative, che cercano di aggiungere elementi nuovi, spesso social, nelle comunicazioni tra utenti.
E adesso anche l'Italia viene investita da questo fenomeno: lo dimostra lo sbarco dell'app Line, con un investimento massiccio dedicato al nostro Paese. È di un'omonima azienda giapponese. «Stiamo per aprire un ufficio a Milano, con addetti al marketing e alla comunicazione. Da domenica scorsa abbiamo lanciato una campagna pubblicitaria, che andrà avanti per almeno quattro settimane, sui principali sei canali tv nazionali», dice a Nòva24 Sunny Kim, vicepresidente di Line Europa-America, la quale però preferisce non fornire le cifre dell'investimento né il numero di utenti che ha in Italia (ma sono 230 milioni nel mondo). «In Spagna abbiamo 15 milioni di utenti al mese. Aspettiamo di fare meglio in Italia, che non a caso è il secondo Paese europeo dove abbiamo deciso di sbarcare», continua.Line è il principale concorrente di Whatsapp al mondo, ma integra anche funzioni diversi dai semplici messaggi. Permette di fare chiamate gratuite (wi-fi e 3G/4G) ad altri utenti; non solo tra smartphone (li supporta tutti) ma anche verso computer. Sono caratteristiche che ricordano quelle di Skype, che però consente anche di fare e ricevere chiamate (voce e video) da numeri normali.
Rispetto a Whatsapp, Line ha curato di più gli emoticon, che chiama sticker (figurine): immagini creative e simpatiche. Non a caso Line ha avuto successo soprattutto in Giappone, finora. Ci sono inoltre funzioni social assenti in altre applicazioni: un diario dove vediamo quello che gli altri amici pubblicano (testi, foto, video, location). Una sorta di Facebook, ma privato; leggibile solo dai nostri contatti di rubrica su Line.
Insomma, è un ibrido che ora dovrebbe diventare più interessante per gli utenti italiani, poiché «per il lancio nel vostro Paese stiamo ottimizzando la qualità delle chiamate sulle vostre reti e stiamo per offrire contenuti localizzati. In altri Paesi per esempio diamo previsioni del tempo e l'oroscopo», dice Kim, tenendo il riserbo pure su quali saranno i contenuti ad hoc per gli italiani.
«Il business di Line si basa sulla vendita di giochi social, sticker premium e marketing business to consumer: ma ha appena cominciato a monetizzare. Ha generato ricavi da 60 milioni di dollari nel 2012, di cui 45 milioni solo nell'ultimo trimestre», dice Neha Dharia, analista di Ovum. Line non è la sola a ritagliarsi uno spazio in un mercato che fino a poco tempo fa sembrava poter sostenere solo pochi tradizionali big. La canadese Kik Messenger ha raggiunto 80 milioni di utenti con un servizio che è simile a Whatsapp, ma che alla funzione base dei messaggi aggiunge moduli personalizzabili dagli utenti (per condividere immagini, video, giocare con gli amici).
Chiamate, messaggi e funzioni social è la formula anche dell'italiana Indoona, di Tiscali, che a differenza delle altre app è un concorrente più completo di Skype: offre anche chiamate a numeri normali. Tra gli aspetti originali, la possibilità di mostrare video in diretta agli amici.
Solo che innovare, rispetto agli attori maggiori, permette di conquistare utenti ma non basta per restare sul mercato nel lungo periodo. È questa l'incognita che dovrà risolversi nei prossimi mesi, per le tante app di questo tipo. L'espansione internazionale di Line è già però un buon segnale a favore di una strategia che mescola diversi servizi e fonti di ricavo eterogenee.