Ora è possibile grazie a Serval, un’app Android che permette di sganciare il telefonino dai controllo degli operatori telefonici. Si tratta di una vera rivoluzione? Scopriamolo assieme.
Sulla telefonia mobile sta per abbattersi una tempesta molto analoga a quelle avvenuta, circa un decennio fa, sulla telefonia fissa grazie a Skype, applicazione che permetteva all’epoca, per la prima volta, di superare gli operatori telefonici collegando due PC attraverso Internet e permettendo di instaurare tra loro una comunicazione vocale. Tutti sappiamo come si sono evolute le cose… In maniera analoga, il team di Serval Project (www. servalproject.org) ha ora creato un’app Android che permette agli utenti della telefonia mobile di sganciarsi dalla stretta morsa (economica) degli operatori.
Chiamare col P2P
Il principio applicato da Skype sulla rete fissa si è evoluto all’interno del mondo open source. In particolare, dopo una fase di testing durata oltre 2 anni, è stata rilasciata una versione stabile, ma ancora in fase di beta, di Serval, che permette già di mettere in comunicazione due smartphone Android sui quali è stata
installata l’applicazione, a patto di trovarsi nel raggio di ricezione dell’antenna Wi-Fi. I cellulari che integrano il software, però, creano una rete P2P in grado di coprire un’area molto vasta, anche grazie ad apparecchi appositamente posizionati.
installata l’applicazione, a patto di trovarsi nel raggio di ricezione dell’antenna Wi-Fi. I cellulari che integrano il software, però, creano una rete P2P in grado di coprire un’area molto vasta, anche grazie ad apparecchi appositamente posizionati.
Come funziona?
A differenza di Skype, quindi, Serval non necessita di Internet né della rete cellulare per funzionare. Una volta avviata, l’applicazione trasforma lo smartphone Android in un router ricetrasmittente, contribuendo a formare in tal modo, insieme a tutti gli altri smartphone su cui ovviamente è installata, una rete di comunicazio ne denominata in gergo Mesh, ovvero “maglia”, decentralizzata ed in grado di coprire distanze notevoli, se il software è installato in un gran numero di apparecchi.
Utilizzo della rete GSM
Il team di sviluppo di Serval sta però lavorando su di un altro fronte molto interessante: riuscire ad impiegare i ripetitori GSM per comunicare mediante l’applicazione. I test attualmente in opera si sono già dimostrati positivi. A breve, la funzione dovrebbe essere integrata all’interno della versione stabile dell’app. Secondo il suo ideatore, Serval ristabilisce il vero potenziale della telefonia mobile, compromesso dagli interessi economici degli operatori: “Negli Anni 80″ spiega Gardner-Stephen, responsabile del progetto Serval “gli ingegneri che lavoravano sui primi prototipi di telefonini avevano prefigurato delle reti mesh, semplici ed economiche, ma le compagnie telefoniche hanno impedito loro di proseguire in questa direzione, spinte dalla volontà di conservare il modello piramidale controllato dal vertice, ereditato dalla telefonia fissa, tecnicamente arretrato ma commercialmente molto redditizio”. Gardner aggiunge poi: ‘‘Ancora oggi se i cellulari non possono comunicare direttamente a livello locale, lo si deve ai blocchi imposti dagli operatori, che obbligano gli utenti a passare attraverso i loro trasmettitori e dunque dai loro sistemi di fatturazione”.
Secondo quanto riportato dal quotidiano francese Le Monde, la squadra di Gardner-Stephen ha anche ideato un sistema ancora più potente che utilizzerebbe dei telefoni configurati ad hoc per servire da trasmettitori per tutti gli altri, compresi quelli non dotati del software Serval. L’app, a novembre 2011, è stata insignita di un premio per il software più innovativo a Seul e avrebbe già destato l’attenzione di diversi produttori cinesi.
La SIM non serve più
Se il Serval Project andasse in porto e gli operatori telefonici non riuscissero a sabotarlo, potrebbe presto essere attuata una piccola rivoluzione telefonica, che permetterebbe di comunicare senza SIM, come assicura lo stesso Paul Gardner-Stephen. Essendo il progetto open source, gli sviluppatori di tutto il mondo possono contribuire per migliorare ed incrementarne le funzioni. Serval utilizza i trasmettitori Wi-Fi dei telefoni e gli hotspot già installati. La prossima versione si baserà sulle reti GSM, il che (almeno in Europa) potrebbe essere in conflitto con la normativa vigente. Si tratta dunque di un work in progress, affascinante ma potenzialmente eversivo. Nei Paesi in via di sviluppo, nelle aree marginali trascurate dai gestori telefonici poiché poco redditizie e nelle zone colpite da catastrofi naturali, in cui siano verificati black-out delle reti di telecomunicazione, il discorso è invece ben diverso e il progetto Serval potrebbe avverare il sogno di un mondo dove le comunicazioni non hanno davvero più alcun limite.
Serval per Android: guida all’uso
L’ultima versione stabile del software è scaricabile nel seguente indirizzo, sviluppata dal ricercatore australiano Paul Gardner-Stephen della Flinders University di Adelaide, insieme agli studenti dell’istituto Nazionale di Scienze Applicate di Lione (INSA), è in grado di sfruttare le reti temporanee a maglia (Wireless Mesh Network, mettendo in comunicazione tra loro due smartphone che si trovino in un raggio di qualche centinaio di metri. Quando i dispositivi sono distanti, entrano in gioco altri smartphone, con installato il software e presenti nella stessa zona, che funzionano come una sorta di ponte radio. Ogni dispositivo Serval capta automaticamente la comunicazione e la ritrasmette agli altri vicini, senza che l’utente debba fare nulla. L’impiego del sistema è possibile effettuando un root dello smartphone, ovvero disattivando i blocchi imposti dagli operatori.